Domanda: Quanto è difficile aiutare i nostri ragazzi nel percorso di studi e nelle scelte scolastiche?
Risposta: Moltissimo!!!!
Quale genitore non è andato in crisi di fronte alla scelta della scuola o a qualche insuccesso del proprio figlio? Penso un po’ tutti.
Non siamo nati né siamo stati “istruiti” nel ruolo di genitore, l’esperienza si fa “on the job”, come pure in quello di figlio e di studente. Possiamo solo sperare di incontrare qualcuno o qualcosa che ci dia una mano e di sapere accettare e superare eventuali percorsi un po’ tortuosi a cui non eravamo abituati.
Chi non si è posto almeno una delle seguenti domande:
“Sarà la scuola giusta? Sarà l’indirizzo più adeguato alle sue capacità? Sarà il percorso che potrà dare in futuro maggiori sbocchi lavorativi? Mio figlio forse non studia abbastanza o non ce la fa? Come posso aiutarlo? Dove ho sbagliato? Mi hanno detto che si impegna, ma i risultati sono scarsi…, allora proprio non ci arriva…? Mi dicono che non ha metodo di studio, ma come può acquisirlo se nessuno glielo insegna? ecc…”
Domande che affollano la mente e preoccupano sia i genitori attenti che i ragazzi, e che spesso trovano risposte standard, dove di standard non esiste nulla.
Ognuno di noi è un caso a sé, non c’è una ricetta, ma ci sono degli strumenti che ci permettono di misurare alcuni fattori e delle metodologie per migliorare scelte e apprendimenti.
Vi propongo alcuni casi da esperienza diretta.
Case Study 1
Orientamento scolastico
Fa la scelta giusta: meglio un figlio felice o un genitore soddisfatto?
La domanda provocatoria ha come risposta: meglio un genitore soddisfatto perché ha un figlio felice!!!
Nel momento della scelta scolastica delle superiori, in una fase in cui i ragazzi stanno maturando una coscienza di sé autonoma, non è sempre facile come genitore né interagire facilmente né influire troppo sulle scelte dei figli in modo dialettico. A questo si aggiungono le valutazioni degli insegnanti che vivono una diversa prospettiva del ragazzo.
I genitori di Roberta 14 anni (nome di fantasia) si sono rivolti a me per un percorso che li aiutasse insieme alla figlia nella scelta della scuola superiore di II grado.
I risultati scolastici sono positivi in tutte le materie senza raggiungere livelli elevati. Per insegnanti e genitori la ragazza si impegna, ma potrebbe fare di più. Roberta sente di dare il massimo, e comunque di non avere come unico interesse la scuola, ma di voler trovare un equilibrio tra studio e amicizie, Covid permettendo.
L’orientamento dei genitori sarebbe per il Liceo Classico mentre gli insegnati propenderebbero per un Tecnico Commerciale, Roberta per una scuola ad indirizzo artistico. Fantastico!!!! E Allora?!
Allora, partiamo con una valutazione tramite il “NAP NEURO AGILITY PROFILE” versione Toolbox, questionario basato sulle neuroscienze che misura senza alcun pre-concetto il Neuro-Design (il potenziale e le preferenze di apprendimento…) e i driver che ottimizzano le performance del cervello come base solida per chiarirci le idee.
I risultati ci hanno dato una mano enorme:
- Roberta ha una prevalenza emisferica destra anche se utilizza in modo flessibile entrambi gli emisferi e questo sarebbe molto in linea con una scuola non tradizionale ma orientata all’espressione più creativa e al linguaggio visivo
- Nell’elaborare le informazioni ha bisogno di comunicare ad alta voce, dialogare con gli altri, di non soffermarsi sul dettaglio, ma di esprimere, a volte anche in modo istintivo, le emozioni che prova
- ha ottime capacità di prendere appunti, ma difficoltà di concentrazione e di memoria, e ha bisogno di apprendere facendo attività pratiche e in gruppo, anche a causa del suo design sensoriale la porta ad avere qualche difficoltà di lettura e di comunicazione puntuale sotto stress
- le sue preferenze di intelligenza sono orientate ad intelligenze sociali, meno a quelle tradizionali, dove l’intelligenza logica, spaziale, visiva sono molto poco rilevanti; al contrario mostre elevata preferenze sensoriale, interpersonale e musicale
- la ragazza ha un buon potenziale, ma non riesce ad esprimersi al massimo in una scuola di tipo tradizionale, pragmatica, strutturata con molte lezioni frontali e poca interazione di gruppo
- a cui si aggiungono un atteggiamento poco positivo e difficoltà di gestione dello stress, e un’intelligenza intrapersonale bassa -> autostima scarsa
- …
Abbiamo insieme compreso che, data la flessibilità di Roberta, lavorando sui driver e abilità di apprendimento, avrebbe potuto anche frequentare il Liceo Classico, o il Tecnico Commerciale, ma in particolare vista l’offerta del territorio, che con uno sforzo che non avrebbe sicuramente agevolato la serenità né l’autostima. Tanta fatica e forse pochi ritorni.
A prescindere dal tipo di scuola, per Roberta è fondamentale trovare un ambiente innovativo, accogliente e non competitivo, dove poter dar spazio alle proprie idee e creatività, e alle relazioni.
Il mio consiglio è stato di valutare anche un Liceo Artistico multimediale dove alle materie tradizionali si affiancano anche laboratori. Fra l’altro è emerso che Roberta ama la fotografia e sa cogliere le emozioni nei ritratti che fa e quindi… forse anche un possibile indirizzo per un futuro lavoro.
Nell’immediato comunque abbiamo iniziato:
- a creare una nuova consapevolezza e a lavorare per valorizzare le caratteristiche di Roberta e aiutare i genitori ad aprire la mente a nuove opportunità,
- individuare metodologie ed esercizi per migliorare la capacità di concentrazione e memoria
- lavorare sull’autostima e sulla visione positiva della vita in una ragazza che ha tanto da dare e ancora non lo sa!
A volte scegliamo per noi e i nostri figli percorsi che sono più familiari, più noti, ma aprirsi a nuove opportunità ascoltando e valutando nuove prospettive, ci può dare la risposta ai nostri dubbi.
È una scommessa il futuro di Roberta, ma certamente valutare ora una scuola più in linea con il suo potenziale la renderà più felice e grata verso i suoi genitori, che non solo saranno orgogliosi di lei, ma anche soddisfatti di essersi messi in gioco per amore della figlia.
Case Study 2
Apprendimento e Metodo di Studio
Uno degli ostacoli ad uno studio efficace sembra essere la difficoltà di concentrazione, di focus, che non va confusa, come a volte accade, con svogliatezza e/o mancanza di impegno.
Per esempio, il neuro-design 🧠 di Maria (18 anni) rilevato tramite un NAPTM Student Performer ha fatto emergere un utilizzo prevalente dell’occhio sinistro con una dominanza relativa dell’emisfero destro e una preferenza espressiva che fa presupporre una potenziale difficoltà di lettura e comprensione del testo.
Il grafico relativo alle competenze relative all’apprendimento ha dato questo risultato:
Grafico da NAPTM Student Performer
Una persona con utilizzo prevalente dell’emisfero destro ama apprendere per immagini ed elaborare le informazioni parlando e soprattutto leggerebbe naturalmente da destra verso sinistra.
Un foglio fitto di parole e poche immagini porta ad un affaticamento della vista, ad un dispendio di energie che spesso viene recepita come frustrante per lo studente che a fronte di un notevole impegno ha un ROI (ritorno sull’investimento) negativo, o comunque non vantaggioso.
La lettura efficace coinvolge infatti molte funzioni come la capacità visiva, la concentrazione, la memoria, l’identificazione delle parole chiave, la riduzione degli elementi di disturbo interni o esterni alla persona, la fiducia nelle proprie capacità, ecc… potrei continuare a lungo.
Leggere non vuol dire pronunciare le singole lettere, parole, frasi… ma dare un senso alle parole alle sequenze, quindi decodificare il messaggio; imparare vuol dire memorizzare e poi saper utilizzare le informazioni.
Quale suggerimento, quindi?
Ho suggerito esercizi/stratagemmi semplici e pratici da utilizzare per rendere il cervello più agile, per potenziare le capacità visive e di apprendimento, e ridurre lo stress!
- 🏋🏻♀️🏋🏻♂️
- Allenarsi a gestire il lavoro creando delle “to do list” con una scansione del tempo ben definita
- Esercitarsi ad identificare e ricordare le parole chiave
- Utilizzare note a margine della pagina o post it colorati con i concetti rilevanti
- Creare e visualizzare mappe concettuali
- Immaginare visivamente i contenuti come “un film”
- Allenare fisicamente la vista con giochi ed esercizi anche divertenti
- Pensare positivamente
- Ricordarsi che “non tutto è sotto il nostro controllo” e quindi possiamo agire solo su ciò che è in nostro potere!
- …
How To Focus by Jane Genovese at Learning Fundamentals
Primissimo effetto, Maria ha superato due interrogazioni piuttosto difficili per le sue preferenze con successo, applicando la visualizzazione e affrontando serenamente gli eventi convinta di “avere fatto tutto quello che poteva per prepararsi al meglio!”.
L’impegno e l’atteggiamento hanno portato risultati già nel breve termine.
La bella notizia quindi?
Non bisogna pensare che noi o i nostri ragazzi siano svogliati, o ancor peggio “incapaci”!!!
Semplicemente potremmo avere delle difficoltà “tecniche” che non favoriscono l’apprendimento. Potrebbero solo mancarci strumenti, atteggiamenti e metodi efficaci e mirati, soprattutto adattati all’unicità di ognuno di noi!!!
Una volta identificati e rimodellato il metodo di apprendimento possono essere superate, a favore di un incremento anche dell’autostima che fa da auto-potenziante 💪🏻.
Prima di preoccuparti 🤕, ricordati che ci sono molte risorse a disposizione.
Case Study 3
Didattica e Apprendimento
Vi porto una mia reale esperienza sull’importanza di sapere “come funzioniamo” (non quanto…) dal punto di vista del nostro cervello relativamente all’apprendimento e quindi alle modalità di insegnamento.
Alla luce dei nuovi studi di neuroscienze ho rivisto alcuni casi di miei alunni, la loro tipicità e compreso ancor meglio il perché di alcuni comportamenti.
Sono contenta perché, data la mia passione per l’insegnamento, l’attenzione all’unicità delle caratteristiche di ogni singolo studente, e soprattutto alla mia disponibilità per la personalizzazione dei percorsi, già 30 anni fa mi ero mossa piuttosto bene.
Credo che se avessi avuto a disposizione gli strumenti attuali, avrei fatto miracoli.
Mi spiego meglio: ho insegnato per una decina d’anni lingua inglese in una scuola media e parallelamente in corsi per adulti.
Desidero però soffermarmi sull’esperienza prevalente con i ragazzi, sia perché più continuativa, ma anche perché in una fascia di età dove ciò che semini trova terreno fertile per creare conoscenze ed interessi al lungo termine.
ANDREA C. 11-14 anni, ragazzo vivace, intelligente, energico, espressivo, istintivo, ironico, cinestesico, solare, sportivo, ben integrato nel gruppo, mancino.
Un disprezzo totale per la lingua inglese dovuto anche all’esperienza precedente alle elementari.